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Armi e Tiro: Tiro difensivo in anteprima nazionale, una esclusiva OPES

I limiti del commerciale, le critiche, la visione d’insieme, le problematiche del settore e le soluzioni.

Cos’è una critica?

Per critica, s’intende l’attività che consiste nell’analisi e nella valutazione di qualunque situazione in qualunque contesto. Tale attività è esercitata da una categoria professionale, riveste carattere pubblico ed è svolta affinché sia conoscibile dalla massa o dai destinatari del messaggio o dell’informazione.

Professionisti, valutazione, attività, conoscibile dal pubblico.

Eppure oggi, la critica generale appare un insulto, ovvero, un’espressione degradante per una determinata persona, oppure opera, alla quale sia rivolta.

Voler fare le cose fatte “per bene”, infatti, oggi ha i suoi rischi. Riportare la legalità, la regola vera e la disciplina in un settore nazionale come quello del tiro con armi da fuoco appare quasi una missione kamikaze per chi ha deciso di vivere nella qualità e non nella quantità.

“Eppur si muove”, Galileo avrebbe pronunciato, alludendo alla Terra, dopo essere stato costretto ad abiurare le sue dottrine cosmografiche.

Qui però, non si abiura, anzi si persevera, costi quel che costi. E sembra che a volte, la costanza ripaghi profumatamente. Oggi OPES è in grado di poter affermare di aver prodotto, in unicità, un settore nazionale di altissimo profilo e qualità sportiva, quello che riguarda le Armi e Tiro. Lo scrivente ne chiese la creazione nel 2019, con l’idea di uniformare nell’Ente un settore di altissimo profilo e prestigio. La presidenza di allora fu lungimirante e la nuova governance, illuminata e illuminante, guidata dal Presidente nazionale, Dr. Juri Morico, è una complessa architettura visionaria dello Sport inclusivo e futuristico, volto al sociale perché lo Sport, qualsiasi disciplina, è per tutti. Tuttavia esistono le regole, ci sono dei principi che non possono essere prevaricati né approfittati a piè pari per battere la concorrenza o per agonismo. Vogliamo ricordare a tutti che gli Enti di Promozione Sportiva nascono per promuovere lo Sport e, con la “Riforma del Terzo Settore”, ovvero, il complesso di norme che ha ridisciplinato il non-profit e l’impresa sociale, gli Enti sono destinatari di un gravoso compito sociale. All’inizio della XVIII Legislatura furono esaminati gli schemi dei decreti integrativi – e correttivi – del Codice del Terzo Settore e del Decreto di revisione dell’impresa sociale ed oggi, ci si trova in piena evoluzione, ma le bocce non sono ancora ferme. Ciò significa che la norma è il Generale, la regola è il Colonnello e il codice deontologico è il Capitano e tutti noi siamo l’Esercito dello Sport, non c’è altra via percorribile. Rispettare le regole è necessario per qualsiasi società civile. È infatti importante tracciare dei confini da non superare, che siano uguali per tutti. Questo fa sì che ognuno di noi sia libero, senza però ledere mai la libertà di tutti gli altri.

Lo Sport è libertà e la libertà di tutti noi, compressi in una società in pieno movimento, è ordinata dalle regole. Immaginate una gara sportiva senza regole. Immaginate un torneo senza disciplina. Immaginate ora, un allenamento oppure una competizione in un poligono di tiro, con armi vere e munizioni reali, senza regole né disciplina! Sarebbe una vera follia, impraticabile e rischiosissimo. Proprio per questo esiste il Coordinamento Nazionale Armi e Tiro che disciplina tutti i settori nazionali relativi al Tiro in ogni sua forma, sia nell’espressione sportivo competitiva che, soprattutto, nell’ambito formativo. Un lavoro epocale se si pensa che si promuovono 16 discipline Sportive autoctone, oltre 20 metodologie e non si contano le specialità.

È bene ricordare che esiste un “Regolamento degli Enti di Promozione Sportiva” approvato dal Consiglio Nazionale del CONI con deliberazione n° 1525 del 28 ottobre 2014, nel quale, all’Articolo 2 “Attività” si legge:

  1. Gli Enti di Promozione Sportiva promuovono e organizzano attività multidisciplinari per tutte le fasce di età e categorie sociali, secondo la seguente classificazione:

a) Motorio – Sportive

1) a carattere promozionale, amatoriale e dilettantistico, seppure con modalità competitive, con scopi di ricreazione, crescita, salute, maturazione personale e sociale;

2) attività ludico-motorie e di avviamento alla pratica sportiva.

3) attività agonistiche di prestazione, connesse al proprio fine istituzionale, nel rispetto di quanto sancito dai Regolamenti tecnici delle Federazioni Sportive Nazionali o delle Discipline Sportive Associate, ai quali dovranno fare esclusivo riferimento, unitamente ai propri affiliati, per il miglior raggiungimento delle specifiche finalità previa stipula di apposite Convenzioni conformi al fac-simile emanato dal CONI.

Il che, dissipa la nebbia su qualsivoglia commento e/o libera interpretazione sulle possibilità, o meno, degli Enti.

Orbene, allora quali sono i limiti del commerciale? Facendo leva anche sulla Circolare nr. 18 del 1° agosto 2018 (Circolare 18/E) dell’Agenzia Entrate, allora cosa “non è Sportivo promozionale” legato al terzo settore, ovvero, che non beneficia fiscalmente della legge nr. 398/1991? Bisogna distinguere due concetti fondamentali: il primo è la commercialità di singoli ambiti di attività (riscontrabile confrontandosi con ciò che riporta l’articolo 79, comma 2 del Codice); il secondo è la commercialità generale dell’Ente (cfr. art 79, c 5, Codice del Terzo Settore). Si consideri, ulteriormente, che qui si parla di commercialità solo in riferimento all’IRES e non all’IVA che segue tutt’altri principi, non modificati dalla normativa del Codice del Terzo Settore. Vogliamo ricordare, ancora, che le 118.812 società sportive nazionali (ASD e SSD) beneficiano fiscalmente della legge nr. 398/1991.

Quali sono le attività non commerciali?

Il Codice del Terzo Settore considera non commerciali le seguenti attività (rif. art. 79 del CTS – solo i primi 3 punti fondamentali):

  • le attività di interesse generale (art 5), anche se convenzionate, accreditate, contrattualizzate, con amministrazioni pubbliche nazionali o sovranazionali, purché svolte a titolo gratuito,

  • le attività di ricerca scientifica di particolare interesse sociale se svolte direttamente dagli enti o da essi affidate a università e altri organismi di ricerca purché gli utili siano reinvestiti nell’attività stessa o nella diffusione dei risultati,

  • le raccolte pubbliche effettuate occasionalmente anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori.

Di seguito, sussiste un elenco esclusivamente per le Associazioni di Promozione Sociale.

Cos’è commerciale?

Lo sono:

1a) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti degli associati e dei, familiari e conviventi degli stessi verso pagamento di corrispettivi specifici,

2a) le attività di interesse generale (art. 5) se svolte in modo differente da quanto previsto dall’art. 79 comma 2;

3a) le attività diverse di cui all’art. 6.

Chiarissimo, è chiarissimo, a noi interessano con particolare attenzione il punto 2 e il punto 3, ovvero: “Le attività di interesse generale (art. 5) se svolte in modo differente da quanto previsto dall’art. 79 comma 2” e le “… attività diverse di cui all’art. 6”. Molte associazioni, volontariamente o involontariamente, contravvenendo alla norma che regolamenta il settore, promuovono e praticano: “… attività diverse svolte in modo differente …” e in tal senso, è bene ricordare la frase “Ignorantia legis non excusat” (l’ignoranza della legge non scusa) è il principio classico secondo il quale, nessuno può invocare l’ignoranza totale o parziale della legge al fine di eludere l’applicazione della norma.

Arriviamo, quindi, alla nuova espressione Sportiva del Coordinamento OPES Armi e Tiro, in fase sperimentale, ovvero il “Tiro Difensivo” sportivo, in fase di studio applicato ormai dal 2020, ancor prima in fase di applicazione da parte di alcuni membri del succitato Coordinamento Nazionale di OPES.

Cos’è il Tiro Difensivo Sportivo di OPES Armi e Tiro?

Quali regole adotta?

Come si pratica?

Come ci si forma?

Insomma, che metodologia Sportiva è?

Chi può praticare?

Chi può insegnare?

In realtà le domande che giungono a questo Coordinamento sono molte di più, alcune mirate, altre finalizzate a scoprire i segreti della sperimentazione. Di fatto, posso solo anticipare che a metà gennaio 2023 il Presidente Nazionale OPES darà vita ad una conferenza stampa mirata, in occasione della prima riunione nazionale del Coordinamento nazionale OPES Armi e Tiro del 2023. Abbiamo scoperto, a nostre spese, che fare le cose “fatte per bene” magari rende impopolari, però poi paga e ripaga più volte. Inoltre, abbiamo rivalutato (ormai da tempo) il principio per il quale, fare una cosa fatta bene “prima”, evita continui e ripetuti interventi dispendiosi necessari “dopo”, per riparare i danni di una cosa fatta male e in fretta. Concluso. A mio avviso, il “tutto e subito” non è funzionale all’inclusione sociale. Noi tutti viviamo, forse sopravviviamo nell’epoca dell’accelerazione del tempo, del “tutto e subito” e del “qui e ora”, senza pensare che in molti non ce la fanno ad accelerare. La velocità è bella, è affascinante, la nostra giornata standard, ininterrottamente ritmata da un timer regolato con le incombenti scadenze, nonché dagli appuntamenti, impegni e rendez-vous scanditi da un cronoprogramma in salita, impegni che si dovranno rispettare e definire con risultati positivi con urgenza, a fonte del fallimento, del sentirsi inadeguati ed eccolo qui, una forma pericolosa del bullismo che, in questo particolare contesto, può provocare il pericolosissimo “Burn Out”! Di contro alla moda incoerente del momento, io credo che, anzi sono risolutamente sicuro che per educare, per insegnare ci vuole tanto tempo, molta calma e tanta, tantissima pazienza, fasi queste che, in qualsiasi scuola o accademia deve ritrovare, in OPES adottiamo questo “Mentis Habitum”.

Noi promuoviamo Sport, sosteniamo il Sociale e, non in ultimo, Formiamo, a vari livelli e titoli, chiunque voglia vivere lo Sport. Trasmettiamo la conoscenza e non animiamo alcuna forma di prepotenza, men che meno burocratica o formativa, incoraggiamo, invece, gli atteggiamenti collaborativi sostenendo l’inclusione, ovvero, quella relazione fra due insiemi che funziona quando ogni singolo elemento fa parte dell’altro.

Massimiliano De Cristofaro

Coordinatore Nazionale OPES Armi e Tiro


http://www.opesitalia.it/armi-tiro-tiro-difensivo-in-anteprima-nazionale-esclusiva-opes/


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